Come cogliere l’opportunità

La riforma della crisi di impresa ha lo scopo di far emergere precocemente i casi di crisi aziendale. L’idea è “curare il raffreddore prima che diventi polmonite” e preservare, così, il valore economico aziendale, anche nell’interesse del sistema economico generale.

E per far ciò lo Stato ha previsto, con il nuovo Codice della crisi d’impresa, il sistema dell’allerta. Esso si basa sull’obbligo per l’amministratore dell’impresa di segnalare tempestivamente l’emersione della crisi, quando esistono rilevanti indizi in tal senso nonché sulla rapida assunzione di decisioni e misure che ne consentano il superamento.

Al fine di dare una linea e rendere omogeneo il concetto per tutte le imprese, per rilevare gli indizi della crisi sono stati individuati appositi «indicatori di crisi», che si misurano attraverso degli «indici».

Chi è ufficialmente investito di tale obbligo di segnalazione è l’amministratore o il Collegio Sindacale o il Revisore Unico, se esistono. E questa segnalazione, definita come interna, serve da stimolo e responsabilizzazione per l’amministratore a gestire l’impresa in maniera proattiva quanto all’andamento patrimoniale, reddituale e finanziario, al fine di salvaguardare la solvibilità e la continuità aziendale.

Gli indici di allerta sono un insieme di indicatori di natura economica, finanziaria e patrimoniale che servono a prevedere con anticipo e in via tempestiva l’eventuale stato di difficoltà dell’impresa.

L’adozione di un set adeguato di indici di allerta crisi comporta per l’azienda un nuovo approccio, una nuova cultura della gestione di impresa, che educhi alla competitività attraverso l’uso di modelli di analisi predittiva e di autodiagnosi.

Gli indici rappresentano gli indicatori della rotta da seguire rispetto al percorso strategico che si è scelto. Infatti, non misurano solamente variabili quantitative ma anche, e sempre più incisivamente, variabili qualitative, attraverso il monitoraggio delle azioni ritenute necessarie per raggiungere gli obiettivi prescelti.

E la legge, nel definire le modalità di calcolo degli indicatori, ha previsto che alcuni indici si applichino indistintamente a tutte le imprese, mentre altri indici hanno soglie differenti a seconda del settore economico in cui operano.

Tutti questi indici, come proposto dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, vanno letti in maniera gerarchica.

Ciò significa che, partendo dal primo indice, se questo non segnala l’allerta, si passa all’analisi del successivo.

In ogni caso, il complesso degli indicatori trattati va interpretato unitariamente.

Se invece si ritiene che tali indicatori non siano adeguati alle specifiche caratteristiche possedute dall’azienda, possono essere sostituiti da altri ritenuti più idonei a intercettare in anticipo lo stato di crisi. Purché se ne motivi la scelta in maniera adeguata.

Un vero e proprio “set personalizzato“, dunque, costruito sulla singola specificità e che, se applicato a una diversa realtà, non risulterebbe idoneo alla tempestiva emersione delle criticità aziendali!

Spetterà, poi, a un professionista indipendente dover attestare l’adeguatezza di tali indici in rapporto alle specificità dell’impresa.